Trovato questo ragnetto (all’apparenza solo bianco) mi apprestavo a riprenderlo dal lato opposto a quello che vedete per avere la luce direttamente su di lui.
Però mi sono poi accorto delle felci rosse alle mie spalle, quindi girata l’attrezzatura mi sono messo dal lato opposto dove tralaltro avevo controluce il cielo azzurro in fondo al vialetto.
La combinazione di questi tre elementi (controluce, azzurro, felci rosse) ha generato il gioco di “azzurrina trasparenza” del ragnetto (casuale credetemi, non immaginavo minimamente il risultato), staccandolo completamente dallo sfondo rossiccio.
Naturalmente per compensare il controluce ho alzato l’esposizione del ragno
(perchè altrimenti veniva con uno sfondo troppo luminoso) con un pannello riflettente, ed inoltre per fermare l’ondeggiamento dello stelo ho usato la plamp che vedete.
Spesso è più facile tagliare lo stelo dove riposa il soggetto e fissarlo su un cavallettino, spostando poi il tutto dove lo sfondo ci è più congeniale, ma a volte questi soggetti cadono dal loro posatoio alla minima vibrazione e non è più possibile riposizionarli. Quindi prima si prova a riprenderli nella posizione originale, come in questo caso, dove il cavalletto ad apertura totale delle gambe mi permette di posizionarlo più basso possibile. In questa posizione diventa scomodissimo guardare nel mirino o nello schermo liveview, quindi un accessorio che io consiglio è il mirino angolare che permette un agevole visione senza spezzarsi la schiena.
Lo stelo ondeggiava e non permetteva tempi lunghi di esposizione dovuti alla zona buia per cui si è reso necessario fermarlo con una molletta addosso ad un piccolo cavalletto.
Ma questo articolo vuole anche farvi vedere la differenza tra luce naturale e luce “studiata” per far risaltare il soggetto rispetto lo sfondo. Il solito ombrello bianco e relativo pannellino di alluminio hanno pemesso, a mio parere, di illuminare il soggetto da poterne ammirare ogni dettaglio. Inoltre con PhotoShop ho tolto lo stelo in diagonale che a mio avviso sporcava l’inquadratura. Avrei potuto tagliarlo con le forbici, ma rischiavo di far cadere il mio piccolo animaletto.
Purtroppo il sole ormai era arrivato, ma secondo la regola di non scattare MAI sotto la sua luce diretta, ho posizionato l’ombrello bianco tale da ombreggiare sia lo sfondo che i soggetti.
Inoltre con un pannellino argentato (alluminio incollato su un cartoncino) ho fatto luce dal basso per non avere zone scure sotto i soggetti.
Molto utile in questi casi è anche l’obiettivo di lunga focale (180mm) il quale mi ha permesso di avere uno sfondo pulito (nonostante la selva di steli dietro molto ravvicinata) evidenziando quindi il soggetto.
Altrimenti con una focale più corta (65-100mm) avrei avuto l’erba dietro più presente disturbando a mio avviso l’ambientazione.
Anche il collare di cui è provvisto l’obiettivo (tipico degli obiettivi macro 150 e 180mm)
è comodissimo perchè consente di passare da fotogrammi orizzontali a verticali senza perdere l’inquadratura.